Pierangelo Indolfi - 13-03-2006
Un'intervista è un po' come un'interrogazione.
Un'occasione per metterti in buona luce se oggi ti senti preparato e allora vai, con le mani alzate, ad "offrirti volontario", sentendoti anche l'eroe buono che salva "compagni" (oops) di "classe" (oops) che il pomeriggio prima avevano ben altro da fare.
Un incubo se invece non hai potuto studiare, magari non sai neanche il titolo degli argomenti, e allora sudori freddi e formicolìi nello stomaco, finché non viene chiamato Berardi che ti precede o Bini che ti segue nell'elenco alfabetico, e tiri un sospiro di sollievo: anche stavolta ce la siamo scampata.
Ma quando tocca tocca.
Un'occasione per metterti in buona luce se oggi ti senti preparato e allora vai, con le mani alzate, ad "offrirti volontario", sentendoti anche l'eroe buono che salva "compagni" (oops) di "classe" (oops) che il pomeriggio prima avevano ben altro da fare.
Un incubo se invece non hai potuto studiare, magari non sai neanche il titolo degli argomenti, e allora sudori freddi e formicolìi nello stomaco, finché non viene chiamato Berardi che ti precede o Bini che ti segue nell'elenco alfabetico, e tiri un sospiro di sollievo: anche stavolta ce la siamo scampata.
Ma quando tocca tocca.
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